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Retelling: il rinnovo di una storia o una mancanza di idee?

di Francesca Travaglini /


Negli ultimi tempi, moltissimi scrittori del genere Fantasy e Young Adult hanno iniziato a scrivere storie che non sono originali al 100%, bensì rivisitazioni di classici o di fiabe.


È iniziato tutto nel lontano 2009 con il libro Orgoglio, pregiudizio e zombie di Seth Grahame-Smith, un retelling in chiave horror del famosissimo romanzo della Austen Orgoglio e pregiudizio. Da allora, numerosi scrittori si sono cimentati nella ripresa di storie che il pubblico ha già conosciuto e amato.



Uno dei libri più rivisitati è senza dubbio La Bella e la Bestia: una ragazza viene rapita o si sacrifica per il bene della famiglia e si innamora del suo rapitore, rompendo l’incantesimo. Di romanzi con questa trama possiamo citarne tantissimi, ma i più famosi restano La Corte di rose e spine di Sarah J. Maas, Beastly (uscito anche al cinema) di Alex Finn e A curse so dark and lonely di Brigid Kemmerer. Altrettanto famosa, ma non dedicata alla Bella e la Bestia, è la saga delle Cronache Lunari di Marissa Meyer, con personaggi tratti da Cenerentola, Raperonzolo e Biancaneve.



Alla luce di questi fatti, possiamo considerare i retelling una sorta di plagio o piuttosto una mancanza di idee? La prima eventualità è da escludere, in quanto i libri comunque prendono delle strade diverse nel corso del loro svolgimento; lo stesso vale per l’assenza di idee. Certo, avere una struttura di partenza è sempre comodo ma, siccome il panorama letterario per giovani adulti è pieno di storie simili, la difficoltà dello scrittore sta nel cercare di rendere la storia il più interessante possibile, pur partendo da una base conosciuta e amata. È così semplice scrivere di personaggi già conosciuti nella letteratura, ma si rischia di cadere nel banale: l’autore deve sempre cercare di fare uso di una dose di originalità e individualità nel suo libro, sebbene ciò risulti difficile. Pertanto, possiamo definire il retelling una sorta di arma a doppio taglio, decisamente lontano dal pensiero comune.


Alcuni autori scrivono anche retelling genderbend, ovvero trasformano il personaggio maschile in femminile (o il contrario); possiamo citare ad esempio la serie di Brittany Cavallaro, Charlotte Holmes, adolescente discendente del famoso Sherlock, oppure Night Spinner di Addie Thorley, retelling de Il Gobbo di Notre-Dame con protagonista una donna.



Allontanandoci dall’ambito letterario, possiamo notare come anche le serie tv abbiano iniziato a portare sul piccolo schermo i personaggi più amati: in C’era una volta i personaggi delle favole vengono catapultati nel nostro mondo privati della loro memoria e identità. La protagonista è Emma Swan, figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro, inconsapevole però di discendere da un tale albero genealogico. Tutti i personaggi delle favole vengono qui plasmati in modo da risultare nello stesso tempo familiari ed estranei: questo è decisamente un abile utilizzo del retelling!


Essendo il fantasy un genere vastissimo, rileggere le storie del passato in chiave moderna è senza dubbio molto apprezzabile, anche se non si dovrebbe esagerare: altrimenti poi non resterebbe più nulla di nuovo!

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