top of page
  • Immagine del redattoreAngolo Letteratura

“La Casta”: la caricatura obesa e ingorda della politica italiana

Aggiornamento: 25 apr 2021

di Elena Rega //


Nelle ultime settimane l’Italia è stata investita da un’ondata di novità: un nuovo presidente del Consiglio, nuove varianti del Coronavirus e l’annuncio della nuova stagione di Boris, la serie italiana che dopo undici anni di silenzio decide di tornare a gran voce con un revival.

Avevamo lasciato il regista René Ferretti in Boris - Il film, intento a girare uno sceneggiato su La Casta, il libro scandalo di due giornalisti che, attraverso numerose inchieste, dimostrano quanto i politici italiani siano un’élite protetta. All’alba di un nuovo governo sembra più che attuale parlare di come la classe dirigente italiana si sia attribuita nel tempo ogni sorta di privilegio, trasformandosi nella categoria degli “intoccabili”.



Il titolo integrale del libro è La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili (uscito nel 2007) e prende spunto da una celebre frase di Walter Veltroni: «Quando i partiti si fanno caste di professionisti, la principale campagna antipartiti viene dai partiti stessi». Inizialmente, questa serie di inchieste si sarebbe dovuta raccogliere sotto il nome “Bramini”, come i membri della casta sacerdotale della società induista. Questa opzione fu ritenuta dagli autori stessi sì di grande forza evocativa ma troppo criptica, così scelsero l’alternativa più iconica.


La campagna di comunicazione più riuscita degli ultimi decenni è nata da una serie di articoli pubblicati da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere della Sera. Il successo fu tanto immediato quanto inaspettato: in poco più di dieci anni sono stati venduti circa 1,3 milioni di copie a partire da una prudente prima edizione di trentacinquemila stampe. Infatti, in un’introduzione che prende il nome di A colpi di libro contro i Padreterni, gli autori mostrano la loro sorpresa per tutto il successo avuto: «E chi avrebbe potuto mai immaginare una cosa simile? Gli italiani che leggono almeno un libro all’anno sono il 38 per cento, quelli che non aprono mai neppure una guida turistica sono uno su due».



È la parola “casta” la vera protagonista della vicenda, talmente tanto da varcare i confini nazionali: è diventato lo slogan più ripetuto nella storia, usato anche dall’attuale Movimento 5 Stelle nel proprio inno, che canta “Non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta”, ma è anche il termine più diffuso nel lessico giornalistico e politico.

Come gli stessi autori raccontano, dopo la pubblicazione del libro le accuse di qualunquismo arrivarono da destra e da sinistra, quando al governo dell’Italia c’erano Romano Prodi e l’Unione. «Come se la scoperta-choc che la presidenza del Parlamento della Repubblica costa il quadruplo della monarchia britannica e otto volte più di quella tedesca fosse un attacco quasi eversivo alla massima istituzione di rappresentanza e di garanzia del Paese».

Per difendersi dall’essere tacciati di aver fatto demagogia e di essersi abbassati al mero populismo, gli autori decisero di affiancare alle varie vicende scandalose esempi positivi provenienti sia dall’estero sia dall’Italia, quelle rare volte in cui sono presenti.


L’opera-inchiesta è divisa in 18 capitoli, seguiti da un’appendice con tutte le cifre e i dati a supporto della loro indagine e facendo luce su situazioni di cui nessuno, prima di allora, aveva mai parlato. Il libro racconta dei cambiamenti della scena politica italiana, in cui gli ideali di sobrietà dei politici del dopoguerra cedono il posto agli sprechi e al lusso. I giornalisti riportano i prezzi delle mense del Parlamento che, malgrado i menù di lusso, sono più bassi di quelli della mensa dei netturbini veneziani. Vengono denunciati gli sprechi delle Regioni, dove un consigliere abruzzese guadagna più del governatore della California e i parlamentari percepiscono degli stipendi giudicati altissimi rispetto agli altri paesi europei.


Audacia, coraggio e indignazione guidarono Stella e Rizzo ad andare fino in fondo alla vicenda, un po’ come René Ferretti quando si ribellò contro la rete provando a girare il film su La casta . Eppure, le regole del business e della corruzione ci riportano tutti con i piedi per terra: per Ferretti il progetto cinematografico di denuncia si è trasformato in un cine-panettone dal nome Natale con la Casta e la classe dirigente italiana rimane arroccata nel suo castello di privilegi.



161 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page