di Francesca Travaglini //
Non è un segreto, e infatti la Clare l’ha ammesso in molte interviste: tutti i libri della serie di Shadowhunters sono pieni di riferimenti a libri ed autori classici, latini e greci. Pertanto, non è raro trovare all’interno del libro citazioni di Virgilio, Omero o puri rimandi biblici.
Gli “Shadowhunters” sono Nephilim, guerrieri mezzi umani e mezzi angeli. Sono dediti all’obbedienza e al comando, infatti il loro motto è «Dura Lex, sed Lex» (“La legge è dura, ma è la legge”). Per questo motivo gli angeli sono spesso citati all’interno della saga, ma la Clare ha affermato di essersi ispirata a due specifici autori per The Mortal Instruments, la sua prima opera.
I primi tre libri riprendono l’Inferno di Dante secondo questa sequenza: la discesa all’Inferno (Città di ossa, quando Clary scopre di essere una Nephilim), l’Inferno stesso (Città di cenere) e infine l’ascesa al Paradiso (Città di Vetro). La prima trilogia parla quindi del viaggio di Clary in un mondo che non riteneva possibile, pieno di demoni, angeli e creature dannate (vampiri, licantropi e altri nascosti) e sarà guidata da altri Nephilim, nati e cresciuti in quel mondo.
La seconda trilogia fa riferimento ad un’opera più recente, Paradiso Perduto di Milton: infatti si affrontano i temi della tentazione (Città degli angeli caduti), la caduta (Città delle anime perdute) e infine la redenzione (Città del fuoco celeste). Valentine – il villain – è paragonato a Lucifero il quale, dopo essersi ribellato a Dio (in questo caso il Conclave), scende all’Inferno sprigionando il male. Clary e Jace sono considerati come una sorta di Adamo ed Eva: i ragazzi fanno di tutto per resistere alla tentazione ma, a differenza dei primi peccatori, loro ci riescono, giungendo ad una redenzione e salvando il mondo dal “peccato”. Che Valentine sia ispirato a Lucifero si nota anche dal cognome, “Morgenstern” (tedesco per “Stella del Mattino”), generalmente attribuito al demonio. Per finire, il motto di Valentine è «non serviam», usato proprio dal demone infernale nell’opera di Milton.
I riferimenti letterari non finiscono qui: ogni trilogia è liberamente tratta da un’opera (Le due città di Dickens o Annabel Lee di Poe) ed è fondamentale per capire come il fantasy non sia un genere per bambini ma tutt’altro, poiché può seriamente istruire grazie ai molteplici riferimenti intertestuali.
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