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  • Immagine del redattoreAngolo Storie

Nel vivo della Storia: le tavole di "30"

Aggiornamento: 31 ago 2022

Le trasposizioni crossmediali sono un affare complicato per propria natura: ogni volta che il medium cambia, mutano anche le convenzioni del linguaggio d’espressione e – potenzialmente, ma in realtà quasi sempre – la ricezione del prodotto, l’interpretazione del contenuto e, in ultima analisi, la sostanza stessa della rappresentazione. D’altra parte, la parola “adattamento” suggerisce implicitamente la necessità di un lavorio fatto di smussamento e manipolazione (nel senso positivo del termine) per cucire addosso all’originale la veste di un mezzo di comunicazione differente. Se poi ci si mettono in mezzo duemila e più anni di distanza e di storia (delle mode, del pensiero ecc.), le trasposizioni diventano un vero campo minato: devono fare i conti con l’accuratezza storica (e in molti casi iconografica) e hanno la necessità di rapportarsi con le fonti antiche, lavorando all’interno delle loro numerose zone d’ombra, ma senza snaturare le aree illuminate e i pochi paletti che forniscono.

La copertina di "300" di Frank Miller e Lynn Varley.

I limiti sopracitati li abbiamo visti con Troy (2004) e la scelta di far morire Menelao o di lasciare completamente fuori dalla trama ogni intervento divino, per non fare che un paio di esempi, ma soprattutto con la serie Netflix-BBC Troy – La caduta di Troia, in bilico tra apprezzabile fedeltà all’originale, disinteresse del pubblico e scelte tecniche discutibili. L’altro esempio che viene in mente è la duologia 300 di Zack Snyder (2007) e 300 – L’alba di un impero di Noam Murro (2014), a loro volta trasposizioni di due graphic novel del fumettista Frank Miller (con Lynn Varley), rispettivamente 300 (1998) e Xerxes (2015): a prescindere dalle scelte artistiche e d’atmosfera, di chiaro impatto, a dominare sulla scena è una rappresentazione idealizzata e irrealistica di Leonida e i suoi, definita dalla critica “miraggio spartano”. Questo non è che un tassello della più ampia ipersemplificazione del conflitto greco-persiano come uno scontro tra l’Occidente positivo e l’Oriente negativo.

Il logo di lavorazione di "30 - Thirty".

Entrano allora in scena il professor Matteo Zaccarini dell’Università di Bologna e l’illustratore Andrea Chiappino, la penna e la matita del progetto 30 – Thirty, una graphic novel che loro stessi definiscono «un’opera di fantasia con una forte base di documentazione storica». “Trenta” come i membri del governo oligarchico che Sparta impose alla guida di Atene all’indomani della sconfitta degli Ateniesi nella guerra del Peloponneso. La loro turbolenta esperienza di potere, presto degenerato, ha tutti gli elementi giusti per prestarsi a una narrazione coinvolgente: la violenza della guerra civile, la sottigliezza degli intrighi, un sanguinoso regime repressivo, lo scontro tra le fazioni in gioco (anche tra gli stessi Trenta) e le singole ambizioni di politici e militari. C’è la viscida ambiguità di Teramene, il «finto-buono» Trasibulo e la pericolosa abilità militare della «volpe» Lisandro, terrore degli Ateniesi e osteggiato in patria, a Sparta, da chi teme il suo successo. E non manca un narratore d’eccezione: lo storico greco Senofonte, fonte essenziale per gli anni 404-403 a.C., ritratto come giovinotto imberbe nelle tavole di 30, mentre assiste agli eventi che racconterà e che segneranno la crisi della democrazia ad Atene.

Un tema strettamente legato a una contemporaneità che si riempie di continuo la bocca della parola “democrazia”, come sottolineato dallo stesso Zaccarini, ma anche una scommessa e un esperimento di convergenza (con importanti ispirazioni alle proprie spalle) tra un medium moderno e gli eventi di un passato lontano, che però non smettono mai di suscitare riflessioni sulla natura umana, sulla società e sulla relazione tra gli ideali e la loro reale applicabilità. Tutto questo con il faro di una buona fedeltà alle fonti a guidare il progetto, ma senza accantonare il gusto della narrazione e la potenza del genere scelto: «bisogna sempre andare incontro alle esigenze del medium che si decide di adottare», sottolinea Andrea Chiappino, sia con qualche concessione a uno stile grafico più moderno e dark, sia con qualche licenza iconografica nel campo incerto della fisionomia dei personaggi, per evitare che si assomiglino troppo tra loro.

30 – Thirty è ancora in via di realizzazione, ma la presentazione delle prime tavole alla Notte europea dei ricercatori (24 settembre 2021) dell’Università di Bologna ha subito riscosso un ottimo successo; già precedentemente, inoltre, il progetto aveva incassato il sostegno dell’Institute of Classical Studies di Londra, dell’Università di Edimburgo e dell’Associazione Rodopis, nata in seno alla stessa UniBO. Per seguire i prossimi sviluppi, 30 – Thirty ha una pagina Facebook, mentre trovate l’illustratore Andrea Chiappino sul profilo Instagram @ac.kenap.



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