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Louisa May Alcott: una donna fuori dal suo tempo

Aggiornamento: 30 mag 2020

di Francesca Travaglini //


Tutte noi ragazze (o almeno la maggior parte) siamo cresciute leggendo il romanzo Piccole donne, di cui lo scorso gennaio è uscito anche il film diretto da Greta Gerwig. È impossibile non riconoscersi in almeno una delle quattro sorelle March. Tra i motivi per cui questo romanzo ha avuto molto successo vi è l’emancipazione dell’autrice Louisa May Alcott, una donna decisamente lontana dai canoni dell‘Ottocento.



La Alcott non era affatto una “piccola donna”: fu costretta dal padre a trasferirsi con la famiglia a Fruttilandia, una comunità vegetariana, ma in poco tempo dovette abbandonarla a causa della malnutrizione provocatale dalla dieta e andare a lavorare come infermiera allo scoppio della guerra civile. Ebbe poi una febbre tifica dalla quale non guarì mai: l’unico rimedio erano gli oppiacei, di cui divenne dipendente.


Perse la sorella Elizabeth di scarlattina, mentre la maggiore, Anna, si sposò, mettendo fine alla “sorellanza”. Come Jo, Louisa era la seconda di quattro sorelle e così decise di aiutare la famiglia iniziando a scrivere piccoli racconti per i giornali con lo pseudonimo di A.M. Barnard, per i quali veniva pagata una miseria.


Possiamo già capire come la sua biografia abbia influenzato il suo più grande romanzo: quattro sorelle non molto ricche, di cui la seconda è definita, per i canoni dell’epoca, un “maschiaccio” , appassionata di scrittura poco incline al romanticismo. L’idea iniziale della Alcott era quella di non far sposare Jo, infatti l’autrice stessa nel corso della sua vita non si sposò mai; nonostante ciò, l’editore glielo impose, in quanto per la società dell’epoca era impossibile che una donna restasse zitella. Si batté sempre per i diritti delle donne e per la loro parità, tanto da rivoluzionare i canoni della famiglia patriarcale facendo ricadere la gestione della casa su Mamma March, dato che il padre stava combattendo in guerra.



Louisa morì il 6 marzo 1888 a causa di un ictus e le sue ultime parole furono: «Is it not meningitis?» questa fu la fine di una grande donna, che non si piegò mai ai voleri della società e lottò con tutte le sue forze contro gli ideali di donna angelo del focolaio. Una donna che insegnò a tutte le donne, piccole o grandi, che possono compiere delle scelte e avere dei propri sogni, che sia il matrimonio o il non sposarsi mai.

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