di Sara Di Nardo //
Siamo agli inizi degli anni ’60. Dopo una lunghissima disputa con P.L. Travers, autrice di Mary Poppins, Walt Disney ha finalmente ottenuto i diritti per trasformare il primo romanzo in live action ed è alla ricerca della perfetta attrice protagonista. È al Majestic Theatre di Broadway, dove si trova per assistere alla produzione originale di Camelot, che il produttore nota una giovanissima Julie Andrews nel ruolo di Ginevra, rimanendone completamente rapito. Finito lo spettacolo, vuole conoscerla: si reca dunque nel backstage e le chiede di interpretare Mary Poppins. «Mr. Disney, la ringrazio infinitamente ma sono incinta» risponde l’attrice, incerta se accettare la parte. Sicurissimo della sua scelta, Walt Disney decide di aspettarla, rimandando di diversi mesi l’inizio delle riprese. Uno dei più grandi produttori cinematografici di tutti i tempi è talmente stregato dall'allora (quasi) sconosciuta Julie Andrews da convincersi a scombinare i piani di un progetto al quale lavorava da circa vent’anni.
L’uscita al cinema di Mary Poppins (1964), che in pochissimo tempo diventa un fenomeno planetario, trasforma Julie Andrews in una star. Ad una già impressionante carriera teatrale, che comprende il debutto a Broadway a soli diciotto anni, da quel momento in poi si aggiunge una carriera hollywoodiana ormai leggendaria: tra i tantissimi film troviamo Tempo di guerra, tempo d’amore (1964), Tutti insieme appassionatamente (1965), ad oggi uno dei musical più amati di sempre, e Victor/Victoria (1982), una gender-bender comedy senza tempo e incredibilmente moderna.
Dividendosi tra cinema, teatro e televisione, Julie Andrews è sempre impegnatissima: tra il 1995 e il 1997, ormai sessantenne, torna a Broadway con la versione teatrale di Victor/Victoria. Si tratta di un ruolo vocalmente impegnativo che la sfinisce, provocandole una significativa lesione alle corde vocali. L’attrice, pur non convinta, accetta di portare lo spettacolo in tour, decidendo di sottoporsi all'ormai tristemente noto intervento che avrebbe dovuto rimetterla in sesto. Il risultato, tuttavia, è disastroso: Julie Andrews lascia l’ospedale con le corde vocali permanentemente danneggiate e conseguente perdita della sua intera estensione vocale. Una delle più grandi e apprezzate performer di tutti i tempi, la cui immagine e carriera sono da sempre associate alla sua voce, non sarà più in grado di cantare.
Julie Andrews, però, è inarrestabile. Dopo un lungo periodo di negazione e successivo lutto per la perdita di ciò che fin da piccolissima l’ha definita in quanto cantante e persona, aiutata dalla terapia e dal supporto familiare l’attrice decide di trovare un altro modo per usare la sua voce. Attualmente, infatti, è più attiva che mai: ha doppiato la regina Lillian in Shrek e Marlena Gru in Cattivissimo me e interpretato Clarisse, regina di Genovia, in Pretty Princess; con la sua primogenita è responsabile di una piccola casa editrice e co-autrice di libri di successo per bambini; sarà presto la voce narrante in Bridgerton, una serie prodotta da Netflix in uscita nel 2020. Film come Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente, inoltre, continuano ad accompagnare le generazioni odierne, facendo sorridere e star bene in quanto veicoli di positività e speranza, valori senza tempo di cui l’essere umano ha bisogno, ora più che mai. Quella di Julie Andrews costituisce dunque un’eredità filmica e musicale intramontabile, che ha sì segnato il cinema, ma anche e soprattutto il pubblico che quel cinema lo vive. Per capirne la portata basta tornare ad un piccolo, grandioso momento di ormai cinque anni fa.
22 febbraio 2015, Dolby Theatre: 87esima edizione degli Oscar. Per celebrare i cinquant’anni dalla sua uscita, Lady Gaga si esibisce in un medley che comprende alcune delle canzoni più famose di Tutti Insieme Appassionatamente. Qualche secondo dopo la fine della sua esibizione – la leggenda vuole che la stessa Lady Gaga non fosse a conoscenza della sua presenza nell’auditorium – Julie Andrews esce dalle quinte per presentare la categoria successiva. Dopo un lunghissimo abbraccio, la pop-star americana si fa da parte:
«Ladies and gentlemen, the incomparable… Julie Andrews»
La telecamera inquadra subito il pubblico: l’intero auditorium è in piedi ad applaudirla, mentre l’attrice inglese, visibilmente emozionata, ringrazia. Non c’è nulla di scientifico che possa spiegarne la magia: la magia di Julie Andrews è dovuta, semplicemente, a Julie Andrews.
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