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La Galleria degli Uffizi: l’inesauribile cantiere di Storie

Aggiornamento: 7 feb 2021

di Carla Di Renzo //


La Galleria degli Uffizi, ubicata nella città di Firenze, presenta a noi quattro realtà museali: la suddetta galleria, il Corridoio Vasariano, le collezioni di Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli. Le collezioni quivi conservate, costituiscono, per quantità e qualità, tra le più cospicue raccolte d’arte al mondo. Possiamo ammirare la storia di una dimensione civica che si sviluppò nel corso dei secoli, in nome di una delle più potenti ed influenti famiglie dell’epoca Rinascimentale: i Medici.


L’edificio, commissionato da Cosimo I de’ Medici - primo Granduca di Toscana - fu concepito per ospitare gli “uffizi”, ovvero gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze. Cosimo lasciò guidare il cantiere da uno dei suoi artisti fidati, Giorgio Vasari, che progettò un edificio con portico a colonne doriche e dall’aspetto elegante e severo, fondato «in sul fiume e quasi in aria».


La costruzione fu avviata nel 1560 e comportò inizialmente demolizioni e il recupero del rione di Baldracca, quartiere in cui si consumava la vita notturna di quei fiorentini, che eran frequentatori assidui dell’omonima malfamata taverna.


Svariati cambiamenti mutarono il corso della costruzione: gli spazi monumentali della fabbrica vasariana, andarono a coinvolgere anche le poderose mura della chiesa romanica di San Pier Scheraggio, conservandone però la destinazione cultuale sino al XVIII secolo.


Vasari riuscì ad arginare gli innumerevoli problemi che imponevano i limitati spazi, adottando soluzioni scenografiche: il piazzale porticato - nuovo centro economico e politico - e l’antico spazio civico per eccellenza, Piazza della Signoria, furono annessi al complesso, lasciando dunque la possibilità di dominare il tessuto urbano.


Cosimo richiese all’artista l’edificazione di un cavalcavia(tuttora percorribile), teso tra il nuovo edificio e Palazzo Vecchio. Nel marzo del 1595 - occasione che condusse a nozze il figlio del granduca, Francesco I, con Giovanna d’Austria - vide il realizzarsi di un ulteriore passaggio che univa gli Uffizi alla residenza di Palazzo Pitti, l'attuale Corridoio Vasariano. Questa “via aerea”, riservata alla corte per tre secoli, fu aperta al pubblico nel 1865.


Dopo la morte di Giorgio Vasari nel 1574, i lavori proseguirono sotto la direzione di due illustri artisti, Alfonso Parigi e Bernardo Buontalenti, che portarono a termine l’edificio, raccordato poi alla Loggia dei Lanzi nel 1580. Fu proprio grazie al vigile occhio di Francesco I, Granduca dal 1574 al 1587, che si allestì il primo percorso museografico della Galleria, posto all’ultimo piano della struttura: statue antiche, busti e infine, la Tribuna ottagonale che si apriva lungo il corridoio, destinata a conservare parte delle raccolte medicee. Il lavoro costò tempo, acume e ingenti somme finanziarie, di cui sino agli albori del XVII secolo, si fece carico la casata dei Medici.

Fu poi grazie a Cosimo III che, tra il 1696 e il 1699, commissionò la decorazione del corridoio che si affaccia sull’Arno con affreschi di soggetto religioso, e trasferirono qui alcuni dei più

celebri esemplari della statuaria antica, conservati in Villa Medici a Roma: la Venere Medicea, i Lottatori e l’Arrotino, che trovarono posto nella Tribuna buontalentiana.

Nel 1737, a seguito della morte senza eredi del Granduca Gian Gastone, si sancì il tramonto del principato mediceo. Le grandi potenze europee - riunitesi nel consesso consumatosi a Vienna nel 1735 - deliberarono a favore della cessione del granducato di Toscana a Francesco Stefano di Lorena, consorte dell’erede al trono imperiale, Maria Teresa d’Asburgo. Le collezioni d'arte medicee furono legate alla città di Firenze, decretandone così l’inalienabilità; il successore di Francesco Stefano di Lorena, aprì la galleria al pubblico nel 1769: essa divenne, la pinacoteca della città di Firenze.


Il museo ospita una raccolta di opere d'arte inestimabili: divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, l'esposizione narra la storia di artisti che tra il XII ed il XVIII secolo, portarono ad una rivoluzione nel panorama artistico mondiale. Raffaello, Botticelli, Giotto, Tiziano, Caravaggio, Dürer, Rubens: questi sono solo alcuni dei nomi che dimorano nella galleria.



Dopo il fascino delle vestigia antiche conservate nel vestibolo d’entrata, lungo il corridoio est e nella Sala archeologica, ci imbattiamo nella prima Sala dedicata al medioevo, periodo nel quale la pittura sotto il segno giottesco, rinasce. Proseguendo il lungo cammino, ci lasciamo sedurre dal sussurro di un’arte che s’incarna in statue ed effigi antiche, dipinti, fregi, strutture poderose e spazi capaci di aggiornarsi, pur rimanendo fedeli al criterio di misura e razionalità. Collezioni che valicano i confini di una realtà circoscritta e che racchiudono la storia dell’arte europea.



Messere e madonne che leggete, abbiate cura per lo ciò che io vo’ dicendo. È cosa lieta che riscalda lo core e l’animo vostro, nel presentar lo sito virtual per far sì che voi possiate vistar: https://www.uffizi.it.

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