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L’auto di ieri, oggi e domani

Aggiornamento: 28 mar 2021

di Camilla Lantieri //


Quando si parla di design italiano bisognerebbe farlo sempre con orgoglio perché, così come nell’arte o nella letteratura, l’Italia ha giocato un ruolo di grande rilievo. Addentrandoci in questo contesto, potremmo analizzare un simbolo molto caro agli italiani e non solo, un’automobile dalle piccole dimensioni ma dalla fama smisurata: la Fiat 500.

La Fabbrica Italiana Automobili Torino, meglio nota come Fiat, apre le porte ufficialmente l’11 luglio del 1899, dando vita ad una produzione destinata al successo. Già le prime automobili devono soddisfare particolari esigenze e dunque essere progettate secondo determinati canoni. La crisi economica generata dalla Seconda Guerra Mondiale diventa per la Fiat uno spunto per il lancio dell’automobile dalle dimensioni più piccole in assoluto, che potesse quindi farsi strada nonostante le difficoltà economiche della maggior parte del popolo italiano: nasce nel 1936 la 500 Topolino (nome attribuitogli per rimarcarne le dimensioni). Tuttavia, gli italiani non avevano ancora la possibilità di permettersela, dunque era necessario un cambio di rotta.

La Fiat affida al designer Dante Giacosa il compito di risolvere tale problematica e quest’ultimo, con prontezza, progetta un’utilitaria ispirata alle potenzialità delle più umili famiglie; sulla scia della precedente viene messa in circolazione nel 1957 la Nuova 500: una vettura pratica ed economica. Ciò che la rende tale è sicuramente un assetto più funzionale e spartano. L’auto può ospitare due persone sui sedili anteriori mentre, sul retro, una panca in legno consente il trasporto di bagagli; non è dotata di rifiniture esterne né cromature e i bulloni sono a vista. Le portiere vengono incernierate al contrario e il tettuccio è costituito da una capote che può essere arrotolata scoprendo la parte superiore. Possiamo considerare questo modello come il vero capostipite di una lunga serie, un progetto davvero ben riuscito che ha regalato a Giacosa nel ‘59 l’ambito Compasso d’Oro (premio di design industriale).


Successivamente si susseguono svariati modelli che, prendendo spunto dall’originale, aggiungono dettagli tecnici ed estetici volti ad adattarsi in maniera più calzante alle esigenze dei vari target. Ad esempio, per tutti coloro che desiderano un guizzo in più, viene lanciata la 500 Sport nelle versioni Berlina e Berlina con tetto apribile.


Nel 1960, con la Nuova 500 D, vengono messe insieme tutte le modifiche apportate negli ultimi anni, dando vita ad una macchina ormai omologata per quattro persone grazie alla presenza di un divanetto posteriore imbottito e arricchita anche di ulteriori raffinatezze.


Dopo cinque anni, la Nuova 500 F spodesta la precedente sempre subendo qualche cambiamento, tra i quali il più evidente è il cambio dell’incernieratura delle portiere, che diventa come quella odierna per via di nuove imposizioni del Codice della strada. Poi è il turno della 500 L, dove la “L” sta per “lussuosa”, in quanto vengono aggiunte rifiniture più pregiate per abbracciare anche gli utenti più benestanti. È nel 1972 che viene presentata l’ultima versione della gamma: la 500 R, ossia “rinnovata”, che sostituisce le versioni “F” e “L” ritornando all’idea iniziale di un’automobile economicamente abbordabile.


Il percorso della 500 sembrerebbe essersi concluso, ma il successo di quest’auto è intramontabile grazie alle linee che appassionano gli utenti di tutto il mondo. Proprio per questo motivo nel 2007 arriva la Nuova Fiat 500, un’icona dalla riconoscibilità estrema anche se notevolmente aggiornata. Ha conservato, infatti, i suoi tratti distintivi: le dimensioni ridotte, le linee curve, la sua eleganza ma con un nuovo livello di comfort. Ad oggi è raro incontrare per strada una 500 ormai d’epoca, anche se numerosissimi sono gli appassionati collezionisti; al contrario, non abbiamo alcuna difficoltà ad osservare il rinnovato successo dei nuovi modelli. Perché si sa che ciò che arriva dal passato, anche se modernizzato, possiede quel fascino iconico che rende tutti estimatori di un prodotto storico.

Riuscire ad adattarsi ad ogni epoca mantenendo la propria essenza è la marcia in più che ha consentito alle nuove versioni di fare breccia nel cuore dei consumatori, senza essere considerate brutte copie dell’originale ma come vere e proprie discendenti evolute. In questo discorso, infatti, fanno fatica a rientrare i modelli 500 L e 500 X, in cui è evidente il tentativo di stare al passo con le vetture contemporanee (più alte e spaziose) perdendo però alcuni di quei tratti simbolici.


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