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70 ANNI DI LETTERA 22: una macchina da scrivere popolare

Aggiornamento: 19 feb 2021

di Francesca Rimoldi //


Al fianco della Vespa Piaggio e della Fiat 500, la macchina da scrivere Lettera 22 di Olivetti è uno dei progetti cardine che ha accompagnato l’Italia durante gli anni della sua crescita più florida, il cosiddetto “boom economico”. In un periodo definito da forti contrasti emotivi emergeva la voglia di lasciarsi alle spalle la pesante aria della guerra da poco terminata.


D’altro canto, una macchina da guidare e una macchina da scrivere condividono molte cose, tra cui soprattutto la possibilità di evadere, grazie a una strada o grazie alle parole. Chi non poteva permettersi di andare altrove fisicamente lo faceva con il pensiero. Quale miglior modo se non con il ticchettio della Lettera 22?

La vera rivoluzione di questo prodotto nasce dall’incontro tra un design innovativo e l’accessibilità di uno strumento che si rivolge al mercato di massa, con caratteristiche che traspaiono anche nel progetto grafico e pubblicitario. Con il modello Lettera 22, la macchina da scrivere diventa un oggetto alla portata di tutti, non più solo dell’alta borghesia: le sue vendite sono sostenute da un prezzo conveniente, ovvero 42.000 lire, che negli anni ’50 corrispondeva all’incirca a una mensilità di paga operaia.


A progettarla nel 1950 fu l'architetto e designer Marcello Nizzoli, con la revisione tecnica dell'ingegnere Giuseppe Beccio. Da sempre Olivetti ha portato sul mercato dei prodotti destinati a diventare oggetti di culto per la qualità tecnologica e funzionale del progetto: l’idea di Nizzoli consisteva nell’ottimizzare la struttura e la forma al fine di ottenere un corpo compatto, leggero e affidabile.


La Lettera 22 era venduta con una valigetta in cartone o similpelle che facilitava gli spostamenti; la sua misura (8,3 × 29,8 × 32,4 cm) la rendeva, nonostante il peso di circa 4 Kg, estremamente funzionale al trasporto per i canoni dell'epoca. Una leva permetteva di regolare la posizione del nastro, permettendo il passaggio dal colore nero al rosso o all’assenza di inchiostro. Per semplificare, nella tastiera mancavano i numeri “1” e “0” perché li si otteneva facilmente con la lettera minuscola “l” (o la “i” maiuscola) e la lettera “O”. Mancava anche l’accento, che veniva sostituito dall’apostrofo.

Due sono i riconoscimenti principali ricevuti negli anni successivi all’uscita del prodotto sul mercato: il prestigioso premio del Compasso d'Oro nel 1954, assegnato per la soluzione di portabilità e ricerca estetica che esalta il concetto di trasportabilità, coerentemente con le esigenze di minimo ingombro; nel 1959, invece, l’Istituto Tecnologico dell’Illinois selezionò la Lettera 22 come il primo dei 100 migliori prodotti di design del periodo 1859-1959. Un esemplare è oggi esposto al MoMA di New York, tra gli oggetti del design italiano più iconici di sempre.


Sono molte le personalità di spicco che l’hanno scelta nel corso degli anni; Indro Montanelli, Pier Paolo Pasolini e Oriana Fallaci sono solamente alcuni degli autori che hanno liberato i propri pensieri su quella macchina. Di fatto, il nome “Lettera 22” non è lasciato al caso: le lettere dell’alfabeto italiano sono 21 ed essa rappresenta l’immaginario ventiduesimo grafema, indispensabile per comporre parole.

Per celebrare il settantesimo anniversario dalla sua progettazione, il Ministero ha emesso due francobolli appartenenti alla serie tematica “le Eccellenze del sistema produttivo ed economico” dedicati alla Lettera 22. Nel Palazzo del Consiglio Regionale di Bari, a fine dicembre 2020 si terrà l’evento “Sospese Installazioni e videoinstallazioni per il settantesimo anniversario di Olivetti Lettera 22”, un progetto di Francesco Carofiglio che include la realizzazione di 70 modelli in resina della macchina da scrivere da parte del Quasar Design Factory.

Buon compleanno Lettera 22!

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