di Camilla Lantieri //
Chiunque abbia visitato la Germania, in particolar modo Berlino, avrà sicuramente preso a cuore il simpatico personaggio che ci aiuta ad attraversare le strade trafficate della capitale.
Il suo nome è Ampelmännchen ed è venuto alla luce nel 1961 grazie alle idee del designer e psicologo Karl Peglau affiancato dalla sua segretaria Anneliese Wegner. È stata la commissione per il traffico di Berlino Est ad attribuire il compito a Peglau, al fine di ridurre i frequentissimi incidenti di cui i pedoni sono le vittime principali. Il concept alla base del progetto è tutt’altro che indirizzato al formalismo, poiché il designer ha deciso di posizionarsi in un’ottica totalmente rivolta all’utente medio e non solo.
Anzi è proprio questo il dettaglio più significativo che si può trarre dalla creazione del simpatico omino: lo sguardo alla totalità, l’inclusione di un’utenza più ampia e completa. L’intuizione fondamentale di Karl Peglau sta nell’aver considerato la difficoltà nella comprensione della segnaletica stradale da parte di chi si trova ad avere problemi di daltonismo: la complicazione nel decifrare le tre differenti lucine fioche contribuiva ad accrescere il problema comunicativo.
Dunque inizia a prendere forma il piccolo personaggio in due versioni: per comunicare al pedone di rimanere fermo, l’Ampelmännchen è posizionato frontalmente con le braccia allargate, al contrario per dare il via all’attraversamento esso è di profilo con un braccio teso in avanti e le gambe divaricate nella posizione del passo. Naturalmente le due versioni sono rispettivamente colorate di rosso e di verde, per veicolare il giusto messaggio a tutti senza dimenticare la segnaletica originale e mondialmente diffusa (creando, in tal caso, incomprensioni e malcontento).
Nella sua versione definitiva disegnata da Anneliese Wegner, l’omino acquisisce maggiore personalità grazie alle sue forme delicate e realistiche, il suo nasino all’insù e la bombetta che lo identifica come un elegante e distinto signore. Ciò che, però, non viene a mancare è l’essenzialità dei dettagli che, pur rendendolo un elemento innovativo, evita di discostarsi dalla funzione comunicativa per la quale è stato progettato. L’obiettivo può considerarsi raggiunto con ottimi risultati.
L’Ampelmännchen in breve tempo è diventato un’icona berlinese apprezzata attualmente da molti turisti, tanto da spingere all’apertura di svariati punti vendita interamente dedicati a gadgets che riproducono l’ometto nelle più disparate versioni di oggettistica.
D’altronde, chi di noi non desidererebbe l’aiuto di un Ampelmännchen che ci conduca in sicurezza per le strade delle nostre città?
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