di Francesca Travaglini //
Ai lettori appassionati di fantasy capita molto spesso di leggere un libro contenente miti greco-romani, la mitologia norrena o personaggi appartenenti al folklore sassone. Assai raramente, invece, ci si imbatte nelle antiche leggende russe.
La Russia può vantare molti personaggi interessanti e Katherine Arden ne fa largo uso nella sua trilogia della Notte dell’inverno. Conosciamo Vasja, una bambina capace di vedere gli spiriti familiari che, a causa dell’avvento della religione cristiana ortodossa, stanno via via scomparendo; la situazione è peggiorata dopo l’arrivo di padre Konstantin, il quale condanna gli antichi culti pagani. Obbligata a scegliere tra il matrimonio e il convento, Vasja fugge nei boschi, dove incontrerà il re dell’inverno Morozko e il suo crudele gemello Medved, l’Orso.
La storia di Vasilissa la Bella è forse la più famosa: amante dei boschi, riesce sempre a trovare la strada di casa senza essere attaccata da nessuna creatura. A lei si intreccia la storia di Baba Yaga, una vecchia brutta e cattiva che mangia carne umana e rapisce i bambini. Secondo il folklore russo, la casa di Baba Yaga è un ponte per raggiungere il regno dei morti tramite un cancello composto interamente da ossa umane. Si racconta che Vasilissa sia l’unica ragazza capace non solo di ritornare a casa indenne, ma anche di portare con sé un dono da parte della vecchia.
Un’altra figura molto conosciuta è il Domovoj, lo spirito del focolare. In base alle credenze popolari, il Domovoj racchiudeva l’anima del fondatore della famiglia, ed era solitamente chiamato “nonno”. Viveva nel camino poiché esso era il centro della casa. Fedele alla sua famiglia fino alla fine, veniva tenuto in vita grazie a delle fette di pane.
Centrale nella trilogia della Arden è Morozko, il demone del gelo. Secondo la leggenda, decide di aiutare una ragazza, Marfusa, datagli in sposa dalla di lei matrigna. Dimostratasi estremamente gentile, Morozko la rimanda a casa su una slitta piena zeppa di doni. La matrigna prova a mandare anche le sue due figlie, per ricevere ancora più doni: le due ragazze, però, si comportano da maleducate e per questo vengono uccise dal demone. Nel libro della Arden, Morozko è anche il demone della morte, colui che raccoglie le anime dei defunti per accompagnarle nell’aldilà. Per quanto riguarda Medved, l’Orso, si tratta di una creatura terribile che rapisce le ragazze. L’attribuzione di un’aura negativa alla figura dell’Orso resiste ancora oggi.
La saga de L’orso e l’usignolo della Arden ha avuto un successo incredibile, soprattutto perché è riuscita a raccontare le storie di un popolo affascinante e lontano quale è quello russo e poiché ha saputo dare grande riconoscimento alla storia di Vasilissa la Bella, pur riadattandola e incastrandola con moltissimi altri personaggi e fatti storici realmente accaduti. Tra l’altro, tutte le fiabe russe sono state raccolte da Aleksandr Afanas’ev tra il 1855-1863: le antiche storie continuano ad essere tramandate soprattutto grazie a lui e il lavoro della Arden mantiene viva questa tradizione folklorica che, senza di lei e Afanas’ev, sarebbe sicuramente scomparsa.
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