di Francesca Travaglini //
Dimenticate Bella Swan, dimenticate tutte le protagoniste dei libri caste e pure, perfettine e senza peccato: ora vanno di moda le protagoniste (e i protagonisti) moralmente grigi, composti da luce ed oscurità. «Perché?» direte voi: ora lo scopriremo.
I nuovi autori del panorama fantasy e young adult hanno smesso di scrivere di principesse senza oscurità, perché –ammettiamolo- chi potrebbe mai rispecchiarsi in personaggi del genere? Soprattutto nel 2020, quando ci sono movimenti che fanno capire a tutti- ragazzi e ragazze- che devono accettarsi per come sono, e che nessuno è puro: tutti abbiamo una buona dose di oscurità, di grigio e di “stronzaggine”, per usare un francesismo. I ragazzi preferiscono leggere di personaggi tosti, che vincono ogni sfida anche giocando sporco, perché hanno bisogno di un riscatto dopo una vita intera piena di sofferenza.
Prendiamo ad esempio una recentissima uscita, ovvero Mia Corvere, protagonista della trilogia Nevernight. La giovane Mia - a soli 17 anni - decide di “iscriversi” ad un’accademia per assassini, per poter vendicare i suoi genitori. In questa trilogia vediamo molta violenza, vediamo del sesso, vediamo la protagonista compiere scelte moralmente discutibili, ma anche aiutare tutti coloro che hanno bisogno di lei. Se togliamo Mia dal suo contesto di vendetta e di omicidi, è una ragazza normalissima: è indipendente, fa le sue scelte e ne paga le conseguenze. Cosa la distingue da una normalissima diciassettenne?
Lo stesso vale per Arya Stark, personaggio de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (aka Il Trono di Spade). Sappiamo bene che Arya non è una santa né una ragazzina che ha bisogno di aiuto, ma una dura che si fa valere, ed è in grado di compiere delle scelte e fare grossi sacrifici, di viaggiare per il mondo, di dimostrare di essere adulta, nonostante la sua giovane età. Avremmo apprezzato Arya se fosse stata come Bella Swan? O come Alice nel paese delle Meraviglie? Molto probabilmente no: sarebbe stata del tutto fuori luogo (e diciamocelo, a Westeros non sarebbe arrivata nemmeno al capitolo 1).
Non parliamo solo di ragazze, perché i nuovi personaggi sono resi più umani, più veri, in modo tale che i lettori possano riconoscersi in loro. Si può citare, in questo caso, Kell Maresh, protagonista di A Darker Shade of Magic (solo Magic, in italiano). Kell è un Antari, una specie di mago, e ciò rende più difficile identificarsi con esso. Eppure l’autrice Victoria Schwab ce lo descrive in un modo tale da renderlo reale ai nostri occhi. Kell è un ragazzo adottato, un diverso, un emarginato, ama la sua famiglia adottiva in maniera incondizionata, ma è capace di giocare sporco: è quindi moralmente grigio.
Certo, i personaggi perfetti in letteratura continuano ad esistere e non per questo devono essere condannati. In molti abbiamo amato Twilight, come tanti altri libri con personaggi “stereotipati”; ma i tempi cambiano, i gusti letterari cambiano, e i nuovi autori che si approcciano al genere puntano sul rendere i loro personaggi umani, piuttosto che perfetti, perché - come dice Sirius Black - «Non esistono persone buone e i Mangiamorte, tutti abbiamo luce e oscurità dentro di noi, dobbiamo solo scegliere da che parte stare».
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