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Happy Pride: quattro consigli a tema

di Beatrice Boldorini e Sara Di Nardo //


Nel mondo del cinema e della televisione la tematica dell’omosessualità è stata un tabù per numerosi decenni. Con l'avanzamento della lotta per i diritti civili anche la settima arte si è mossa su questa linea, ma ha sempre mantenuto una visione stereotipata e talvolta negativa di chi ha un orientamento diverso da quello eterosessuale. Oggi vogliamo celebrare l'orgoglio LGBTQ+ attraverso film e serie tv che, invece, negli ultimi anni hanno contribuito a modellare una rappresentazione positiva e anticonformista della comunità.



Kinky Boots (2005), regia di Julian Jarrold

Kinky Boots: The Musical (2012), libretto di Harvey Fierstein, musica e canzoni di Cyndi Lauper.


Passato piuttosto inosservato nel 2005, la storia di Kinky Boots raggiunge il successo che merita quando nel 2012 è trasformato in musical, divenuto poi uno dei più famosi e amati degli ultimi anni. Protagonista della vicenda è Charlie Price (Joel Edgerton nel film), un trentenne di Northampton che eredita dal padre una fabbrica di scarpe sull’orlo della bancarotta. L’unico modo per salvarla è trovare un mercato inesplorato sul quale concentrare la produzione: è Lola (Chiwetel Ejiofor nel film) che convince Charlie a dedicarsi alla realizzazione di coloratissimi stivali per drag queen come lei. Com'è evidente soprattutto nel musical, Kinky Boots è un vero e proprio inno alla diversità, che abbatte ogni forma di pregiudizio a favore di una totale accettazione di se stessi e del prossimo. Che si scelga di guardare il film o di godersi le innumerevoli clip della versione teatrale su YouTube, non c’è scelta migliore per celebrare il pride con irrefrenabile orgoglio.


Sense8 (2015-2018) di Lana e Lilly Wachowski e J. Michael Straczynski


Questa serie fantascientifica di Netflix ha come protagonisti otto individui in diverse parti del mondo, i quali condividono una sorta di potere telepatico: ognuno è in grado di provare le emozioni degli altri e di interagire reciprocamente tramite percezioni extrasensoriali. I personaggi appartengono, inoltre, a culture, religioni e orientamenti sessuali diversi. In particolare, Lito è un attore messicano di successo che cerca di nascondere ai riflettori la sua omosessualità, mentre Nomi è una donna transgender e hacktivista di San Francisco non accettata dalla famiglia. La connessione tra persone così differenti fa sì che lo spettatore provi ciò che rende la serie così umana, ovvero una grande empatia, necessaria anche nella realtà per accettare le differenze.


Black Sails (2014 – 2017) , di Jonathan E. Steinberg e Robert Levine


Una delle migliori e forse più sottovalutate serie degli ultimi anni è Black Sails. Trasmessa in origine dal canale statunitense Starz, le sue quattro stagioni sono attualmente disponibili nel catalogo italiano di Netflix. Siamo nel 1715, epoca d’oro per la pirateria. La trama ruota attorno all’equipaggio del Capitano Flint, che nel corso degli episodi sarà coinvolto in un fitto susseguirsi di scontri, tradimenti e rappresaglie in nome dell’odio cieco da lui nutrito verso l’Inghilterra. A rendere Black Sails un prodotto dalla qualità indiscutibile sono soprattutto i personaggi, alcuni dei meglio caratterizzati nella storia della televisione. La serie cambia le carte in tavola rispetto a quanto visto finora sugli schermi, puntando sullo smantellamento della mascolinità tossica e offrendo una rappresentazione della bisessualità priva di stereotipi. Imperdibile.


Pride (2014), regia di Matthew Warchus


Il film narra la vera storia di come, nell’Inghilterra del 1984, un gruppo di membri della comunità LGBT formò il movimento Lesbians & Gays Support the Miners, sostenendo i minatori di una cittadina del Galles durante il difficile e movimentato periodo degli scioperi di protesta contro il governo di Margaret Thatcher. I minatori non erano una fetta di società che supportava gli omosessuali, ma il giovane attivista Mark Ashton sapeva anche che lottare solo per i propri diritti e ignorare quelli degli altri non è logico. Tramite una narrazione incalzante, una colonna sonora ben studiata e il tipico british humor, il film riesce non solo ad affrontare le tematiche del coming out, dell’AIDS e della violenza omofoba, ma anche a lasciare un commovente senso di solidarietà e unione tra persone diverse che hanno in comune simili impedimenti sociali.




Data l’impossibilità di scendere in piazza, quest’anno sono proprio film e serie televisive a permetterci di festeggiare il pride al meglio. Indipendentemente da ciò che sceglierete di guardare, è con un semplice verso estrapolato dal musical di Kinky Boots che vogliamo lasciarvi, un verso che ci ricorda che ogni momento è quello giusto per leggere, ascoltare, informarsi e cambiare idea:


“You change the world when you change your mind”

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