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Fondazione Alinari: locus amoenus dei fotografi

Aggiornamento: 21 nov 2020

di Arianna Consorte //


Se in uno degli scorsi articoli abbiamo abbiamo gettato le basi della storia della fotografia, oggi vogliamo continuare questo percorso a ritroso nel tempo raccontando un’esperienza tutta italiana.

Si tratta della vicenda dei Fratelli Alinari, che potremmo scoprire girovagando per le antiche vie del centro di Firenze e fermandoci nei pressi di Largo Alinari, piccola piazza che prende il nome proprio da loro.

Nel 1852 Leopoldo, Giuseppe e Romualdo diedero vita alla Fondazione fotografica più antica e importante d’Italia e del mondo. Nata come azienda dalle prestigiose competenze tecniche di ambito, ai nostri giorni l’istituzione vanta un archivio sconfinato, con più di 5 milioni di pellicole originali.

Dalla prima fotografia della storia (scattata nel 1839) alle ultime conquiste della tecnologia con stampe fine-art, il corpus Alinari regala agli appassionati la possibilità di visionare la storia in più di centottant’anni di arte, cultura, industria, società e paesaggio.

Il lavoro dei tre, però, non si limitava alla mera conservazione e collezione, ma puntava alla realizzazione di campagne fotografiche in tutta Italia sia a livello turistico, gettando le basi per guide itinerari, sia a livello artistico in associazione con importanti enti come i Musei Vaticani o, addirittura, il Louvre di Parigi. Dobbiamo senz’altro ricordare la campagna effettuata nel 1867 nella Cappella Sistina, su commissione dell’architetto, artista e pensatore John Ruskin.

Probabilmente è proprio grazie a quest’ultima tipologia di lavoro se oggi godiamo della fotografia d’arte, di cui abbiamo numerosi esempi nei cataloghi cartacei e on-line o nei libri di storia dell’arte, che ci permettono di studiare testo e immagine di pari passo.


La pioneristica attività dei fratelli, fondata sulle capacità documentaristiche delle collezioni, presenta ancora altre sorprese: Vittorio Alinari, figlio di Leopoldo, decise di associare all’attività paterna anche una casa editrice, che si distinse per le incredibili illustrazioni inserite nei testi. Tra questi ne citiamo due fondamentali: la celebre edizione della Divina Commedia, pubblicata per la prima volta con un magnifico accompagnamento di immagini raffiguranti i luoghi menzionati dal poeta, e la cosiddetta collana di poster books, composta da una serie di volumi dedicati alle principali città italiane o a monografie di famosi fotografi, arricchiti da immagini e testi di autori noti.


Ad oggi l’azienda continua a crescere e collaborare con molti altri enti, curandone il corpus fotografico; primo fra tutti il MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo), che ha concesso alla Fondazione l’autorità per le riprese fotografiche in territorio italiano.

Frutto della digitalizzazione dell’archivio cartaceo, messa in atto a partire dal 1998 grazie ad un’attrezzatura prestigiosa e puntuale, la presenza dei reparti specializzati nelle nuove tecnologie offre la possibilità di consultare un archivio online con più di 350.000 stampe e di ri-stampare e restaurare fotografie d’epoca, utilizzando sia antiche tecniche ottocentesche (monocromatiche) sia tecniche moderne e garantendo in entrambi i casi un risultato perfettamente nitido e privo di difetti, anche nelle gigantografie.

Dulcis in fundo, non si può dimenticare l’impegno della Fondazione nell’organizzazione di mostre, che possono essere allestite in modalità tradizionale o sfruttando la realtà aumentata (con effetti tridimensionali e sensoriali).

Vogliamo citare una delle ultime mostre tenute a Milano in onore del fotografo Cesare Colombo: la Fondazione ne ha redatto ed editato il catalogo raccogliendo gli scatti (catturati nel periodo 1952-2012) che animano l’esposizione e che raccontano della stessa frenetica città che la ospita.

Che questo sconfinato archivio sia il locus amoenus degli appassionati fotografi e di collezionisti di stampe vintage? È possibile, ma per scoprirlo vi invitiamo a visitare la sede, con appuntamenti prenotabili anche sul sito ufficiale (https://www.alinari.it/).

Nelle foto: la sede della fondazione e alcuni scatti realizzati nelle nostre maggiori città d’arte.


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