di Beatrice Boldorini //
Nel 1989 il regista Richard Linklater conosce una ragazza di nome Amy: i due trascorrono una notte camminando e parlando per le strade di Philadelphia, per poi lasciarsi all’alba. Nel 1995 Linklater non ha più notizie di Amy da tempo, ma decide di trasporre quella notte in un film: Before Sunrise. Qui Ethan Hawke e Julie Delpy interpretano Jesse e Celine, un giovane americano in viaggio per l’Europa e una studentessa parigina di ritorno a casa. I due si incontrano per caso su un treno, iniziando a conversare come gli sconosciuti farebbero nella realtà, con imbarazzo e curiosità. Percepiscono subito una connessione troppo forte per abbandonarla con un frettoloso “buon viaggio”, perciò decidono di trascorrere a Vienna il tempo che rimane a Jesse prima di ripartire verso gli Stati Uniti.
Il film continua a viaggiare sulle conversazioni che i due giovani si scambiano in un momento della vita in cui stanno affrontando il fiorire dell’età adulta. La loro visione del mondo è guidata, come quella dei propri coetanei, da un forte senso di libertà, da un romanticismo forse un po’ idealizzato e dalla trepidazione con cui si vivono le emozioni. L’amore appena nato, la timidezza e allo stesso tempo la sicurezza che si possiede (o che si crede di avere) contraddistinguono questa indimenticabile notte a Vienna, fatta di discorsi filosofici su ciò che la vita offre. All’alba i due si promettono di rivedersi nella stessa città sei mesi più tardi.
Invece, passano nove anni sia per noi sia per Jesse e Celine. In Before Sunset (2004) ritroviamo Jesse a Parigi, mentre sta pubblicizzando il romanzo che ha scritto ispirandosi proprio all’incontro con Celine; la ragazza, con sua sorpresa, si presenta all’evento. Ancora una volta il tempo non gioca a loro favore, poiché Jesse ha il volo di ritorno per l’America dopo poche ore. Tramite le conversazioni che guidano ancora la narrazione sappiamo che i due sono trentenni e che le cose sono cambiate: come dice Jesse «sono più vecchio, i miei problemi sono più grandi, ma sono più preparato ad affrontarli». Anche la loro idea di amore è decisamente cambiata, ora più cinica a causa delle proprie esperienze personali. È inevitabile chiedersi come avrebbe potuto essere la loro vita se le cose fossero andate diversamente nove anni prima. La connessione tra loro è ancora presente, ma ormai sono rispettivamente un padre sposato e un’attivista ambientale in una relazione; con un modo di pensare maturato, il coraggio di cambiare la rotta della vita non è affatto scontato.
Passano altri nove anni prima di ritrovare Jesse e Celine in Grecia in Before Midnight (2013), durante una vacanza in cui sono ospiti di un amico scrittore. Stavolta scopriamo che, dall’ultima volta, la coppia ha iniziato a convivere a Parigi e ha due gemelline. Ai due viene offerto di passare la notte in un albergo e, mentre s’incamminano, iniziano un’altra serie di conversazioni riguardo al tempo passato dal primo incontro a Vienna e ai progetti per il futuro. Ci viene mostrato ulteriormente il cambiamento della loro relazione, divenuta certamente più solida, ma non per questo senza difficoltà. Jesse inizia a dubitare di essere un buon padre verso il figlio ormai adolescente, avuto dal matrimonio precedente, e Celine sfoga la sensazione di prigionia, che prova da tempo, quando lui le propone di trasferirsi negli Stati Uniti. Non è piacevole assistere al sorgere dei dubbi sul futuro dei protagonisti, ma ciò che rende così veritiero il film e l’intera trilogia è la dimostrazione che il “per sempre felici e contenti” nella realtà non esiste. Il vero amore non è perfetto: comporta lavoro, sacrificio e il mettersi in gioco per mantenerlo.
Secondo Ethan Hawke i tre film potrebbero essere riassunti in “cosa potrebbe essere”, “cosa avrebbe potuto o dovuto essere” e “ciò che è”. Racchiudono il bello, il cattivo e il brutto dell’amore visto attraverso gli occhi del tempo. Il tutto sembra costruire una sorta di manuale delle relazioni diviso in tre volumi: ognuno di essi può avvicinarsi più o meno allo spettatore a seconda della sua età. Tuttavia, se ci lasciamo coinvolgere da Jesse e Celine, risulta sempre appagante perdersi nelle loro conversazioni che cambiano negli anni, un metodo di esplorazione dei personaggi apparentemente rischioso ma estremamente efficace, grazie anche alle performance studiate nei dettagli di Hawke e Delpy.
Linklater venne a sapere solo nel 2010 che la sua Amy era scomparsa poco prima dell’uscita del primo film. La loro notte, però, ha creato una delle rappresentazioni filmiche più realistiche di una storia d’amore che potremmo vedere e analizzare in continuazione, lasciando che il tempo lavori anche su di noi.
Grazie a te per aver letto l’articolo! Buona visione con gli altri due film, meritano davvero tanto!
- Beatrice
Articolo molto interessante... non sapevo dell’esistenza di una trilogia, avevo visto solo il primo... mi è venuta voglia di cercare e guardare gli altri due!
Grazie mille
:*