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About a boy: quando i piccoli insegnano ai grandi

Aggiornamento: 30 mag 2020

di Beatrice Boldorini //


«Nessun uomo è un’isola.»


Questa è la citazione su cui pone le basi il film inglese del 2002 About A Boy – Un Ragazzo, diretto da Paul e Chris Weitz e riadattato dall’omonimo best-seller di Nick Hornby. La storia dell’insolita amicizia tra Marcus e Will è il cuore di questa commedia dai tratti drammatici o, come viene specificato meglio in inglese, dramedy. Nominato agli Oscar come Miglior Sceneggiatura Non Originale, si tratta di un film forse ingiustamente sottovalutato, ma che merita di essere ricordato per il suo chiaro messaggio educativo.


Guidandoci con la sua voce narrante, conosciamo Will (Hugh Grant, in quello che è forse uno dei suoi ruoli migliori), un uomo sulla trentina, donnaiolo e nullafacente. È convinto che la sua vita sia perfetta così com’è: trascorre le ore tra ristoranti e negozi costosi, guardando quiz televisivi e intrattenendo brevi relazioni con donne che presto dimentica. Non ha mai lavorato e vive di rendita grazie ai diritti d’autore del padre, che fu autore di una famosa canzone natalizia. Dall’altra parte c’è la voce narrante di Marcus (Nicholas Hoult), un dodicenne dal cuore buono, che però non riesce né ad inserirsi a scuola né a trovare serenità in casa, dove la madre Fiona (Toni Collette) affronta saltuarie crisi depressive. Will scopre ben presto i vantaggi che portano le relazioni con madri single: si rende conto che sono sempre loro a terminare il rapporto, evitando che lui si debba prendere qualsiasi responsabilità. Mentre tenta di conquistare una di queste madri, inventandosi di essere un padre single, Will conosce Marcus e fin da subito lo etichetta come un ragazzino strano e solitario, per via dei suoi vestiti e di un taglio di capelli decisamente fuori moda.


La tipica comicità inglese che avvolge questa circostanza viene bruscamente interrotta da un evento che scuote la vita di Marcus. Egli realizza che due persone da sole non sono abbastanza per affrontare certe situazioni, così decide di irrompere nella vita di Will, entrando letteralmente senza grandi cerimonie nelle sue giornate statiche, con l’obiettivo di renderlo il suo piano di riserva quando le cose vanno male. L’insolito duo inizia inconsapevolmente a tenersi compagnia, condividendo pezzetti delle proprie vite e rendendosi partecipi l’uno dei problemi dell’altro.


Alternandosi tra scene divertenti e commoventi, siamo testimoni di un percorso di crescita che avviene per mezzo dell’amicizia tra due persone completamente diverse, in cui però è il più grande a crescere con l’aiuto del più piccolo. I ruoli sono invertiti, ma la storia è credibile: rendendosi conto di essere una persona poco interessante, Will finge di essere ciò che non è; Marcus, invece, si assume una responsabilità troppo grande per lui, poiché crede sia suo dovere far felice la madre, impedendosi così di vivere serenamente la vita da preadolescente.


In About a Boy, Hugh Grant dimostra di essere molto più che il classico scapolo da commedia romantica ed è affiancato da un talentuoso e giovane Nicholas Hoult (comparso da adulto in Mad Max: Fury Road e nei recenti X-Men), che sa tenere il passo con le sue co-star più grandi. La bellezza del film ha però le radici nella sceneggiatura, che sa raccontare con tenerezza, ironia e onestà la crescita di un uomo facilmente criticabile, al quale si dà invece la possibilità di imparare a far entrare le persone nella propria vita e a trovare il coraggio di mettersi in prima linea per loro.


Dunque, è vero che «nessun uomo è un’isola», come diceva originariamente il poeta John Donne (e non Jon Bon Jovi, come credono Will e Marcus). È impossibile per gli esseri umani vivere appieno la vita senza avvicinarsi ad altre persone, facendosi influenzare e cambiare da loro. Crescere non sempre ha a che fare con l'età e significa anche saper accogliere l’amore e il dolore che le relazioni portano con sé.






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